Non c’è niente da fare! quando Sergio si mette in mente una cosa, prima o poi la porta a termine… e ora la cosa che occupa la sua mente, sono i piani di stagno.
Con la susa di un aperitivo mi ha invitata al “Campari” bar storico di Milano in piazza Duomo. La inderogabilità sulla scelta del luogo mi ha un pò insospettita, ma appena dentro tutto mi è stato chiaro: to’ guarda … un autentico bancone di stagno! Veramente, è da’ tempo che ne parliamo e consideriamo l’idea di Sergio di riesumare questo materiale e applicarlo ad un piano cucina. Fino agli anni 50/60, lo stagno ricopriva appunto i banconi da bar, ve li ricordate? Ripensandoci, mi pare di risentire il rumore attutito dei bicchieri posati su quella superfice, e inevitabilmente lo associo ai bar di provincia la domenica sera … chinotto, gassosa, cedrata e magari una grappa, una piccola tv sempre sistemata troppo in alto in quei simili, fumosi locali con un’inguaribile rimando malinconico…
Parliamo dello stagno, tralasciando per ora l’aspetto pratico e sostenibile legato al materiale, considerandolo invece da diversi punti di vista, scquisitamente sensoriali ed estetici: la tattilità, la particolare luminosità, la morbidezza. possiede rimandi più marcati e caldi rispetto all’acciaio, la sua memoria nel conservare i segni dell’uso -che a dispetto dell’esser considerato un difetto potrebbe diventare la sua cifra denotativa e perchè no anche affettiva- …
Insomma il riscatto è possibile e i ragionamenti sono aperti, dite la vostra, regalateci i vostri pensieri… coraggio è molto importante per noi conoscerli!
Per esempio tu che stai leggendo il blog marcaclac, tu metteresti sul piano della tua cucina di casa un top di stagno? Diccelo…