Mi sono resa conto che contrariamente a quanto può sembrare, soprattutto oggi quando di innovazione si parla ovunque, è difficile far accettare un’idea che modifichi sostanzialmente quello che siamo abituati a vedere in un certo modo e diamo quindi per scontato.
Luoghi comuni, pregiudizi, resistenza al cambiamento sono nemici attivi che agiscono subdolamente in ognuno di noi.
Per esempio, siamo molto più disponibili ad assimilare l’innovazione, anzi la pretendiamo, nei settori dell’elettronica dell’informatica, cellulari, palmari, pc. La continua uscita di nuovi modelli declassa e svilisce i precedenti.
Contrariamente, nel settore del mobile, e qui non mi riferisco alla foggia, alla forma di un mobile, che è spesso frutto di imitazioni di poche proposte di design che determinano una tendenza. Mi riferisco invece, all’innovazione sostanziale, quella che attiene alla ingegnerizzazione di un mobile, a come metterlo insieme e costruirlo. Questo tipo di innovazione nel settore del mobile, è rara e laddove viene perseguita, ha vita dura. Almeno così risulta a noi che la pratichiamo.
L’introduzione della logica di “sistema continuo”, per esempio, siamo certi che possa rendere più funzionali i mobili contenitori, e di conseguenza più ordinati gli spazi abitativi e lavorativi.
Sembrerebbe naturale assimilare i vantaggi che apporta, tanto più che l’aspetto estetico del mobile è coniugabile a piacimento. Ma la sua accettazione, l’acquisizione dell’innovazione che apporta, collide con quel tipo di idee statiche, quasi predefinite, e difficilmente modificabili, appartenenti soprattutto a chi i mobili li fa, e li conosce bene. In fondo gli stessi destinatari delle agevolazioni che la ricerca marcaclac ha preso in considerazione, per molti dei quali :
“i mobili sono fatti così, a moduli, si sono sempre fatti così e si continuerà a farli così. Più pesano, più sono solidi. La formaldeide? adesso ce n’è poca, non può far male a nessuno. “
Questi modelli, impalcature mentali, non so come definirli, sono proprio ciò che impedisce di valutare liberamente un nuovo approccio, o almeno la possibilità di ripensare a quanto esiste.
E’ possibile confrontarsi, con tutto ciò nel nostro studio /bunker, un vero laboratorio per quanti, esperti e non, si sentano attratti dall’idea marcaclac e vogliano sperimentare il sistema.
Lo spazio non è molto, ma la disponibilità totale.