Sono le 19 eee.. 21 per la precisione del 26 aprile, è tutto il giorno che lavoro al PC, per la verità ci sono poco abituato, preferisco occuparmi di progetti e realizzazioni, si perchè i progetti li so realizzare solamente alla vecchia maniera con carta, matita e così via, ma vi assicuro: mi diverto molto.
Ma veniamo al tema della puntata: i dettagli tecnici con argomentazioni e commenti, i miei, di “QUASITUTTOAPORTATADIMANOsenza”
Posso garantire che sono moltissimi e che non so da che parte cominciare: vediamo un pò?
Analizziamo i punti salienti della presentazione precedente:
- ZERO EMISSIONI
- SOSPESA
- ALTISSIMA CAPACITA’
- DISIMPEGNO INTEGRATO
- PITTURA E FINISSAGGIO FATTE A MANO
- CON EMISSIONE DI LUCE
Zero emissioni:
il rivestimento e gli interni, oltre allo scheletro MarcaClacSitema, ottenuto da profilo e giunto in alluminio di rifusione e riutilizzabile , parlo di ante, cassetti, cassettoni, piani estraibili, ripiani, struttura sottopensile, praticamente quasi tutte le parti lignee sono state realizzate da pannello lamellare in abete-Fiemme Finger-Joint. Spessore NOM mm21, prodotto dalla Segheria Magnifica Comunità di Fiemme, bordati con massellino sempre in abete sul lato dove i panelli si presentano di testa. La bordatura è stata effettuata usando colla vinilica della Wacker, in classe D3, dotata di elasticità e tenuta in grado di bloccare eventuali crepe che in caso di variazioni repentine di temperatura e umidità dell’aria, potrebbero verificarsi. Inoltre, la classe D3, sopporta eccelentemente un ambiente che talvolta può essere pervaso da vapori e forte umidità come la cucina.
Pittura e finissaggio fatte a mano:
questa lavorazione è strettamente legata con zero emissioni. Infatti sono state usate vernici e diluente, prodotti da BIOFA, ottenuti esclusivamente da elementi naturali. Per la mano di fondo lo smalto pigmentato bianco (art.1115), diluito al 40-50% con diluente (art.0500-ricavato da buccia di agrumi). Dopo la scarteggiatura del fondo, eseguita con GR280, è stato steso il fissativo trasparente, anch’esso diluito (art.2051), dotato della necessaria durezza per delle superfici sottoposte a uso intenso; infatti la BIOFA lo consiglia anche per parquet. Per ottenere dalle suddette superfici ottime performances di carattere pratico e pure tattile: scarteggiatura finale con GR400. Sugl’elementi lignei interni come ripiani, estraibili, cassetti ecc., abbiamo applicato l’olio di BIOFA (art.2054), naturale e scarteggiato C.S. Nella foto: prove di colore con utilizzo di pigmenti naturali.
Due parole sul faggio, anch’esso utilizzato. Per conferire ai fondi di cassetti e cassettoni la necessaria solidità e robustezza, abbiamo realizzato “in casa”, con derullato di faggio 17/10 e tranciato di abete 20/10, un multistrati a 5 strati in classe “FF”, utilizzando la colla sopra citata. Inoltre il faggio, in foggia di spine diametro mm12, è stato usato per le ringhierine di tutti gli estraibili.
Sospesa,
e qui viene il bello: con i mobili “impiccati a soffitto” ormai abbiamo una certa dimestichezza. Uno ce l’ho davanti tutti i giorni proprio nel nostro studio, un polifunzionale (armadio con 2 grandi ante scorrevoli da un lato; sul lato stretto e su quelo opposto libreria-studio) dimensioni totali mm 3400×1200 alla base, mm 2800 in altezza, peso kg 700 circa. Si perchè allora, quando lo costruimmo, insieme a un gemello che sta in una cascina in Brianza da un amico, usavamo materiali “più pesanti”. Questo accadeva 4 anni fa. Ma torniamo alla cucina. Perchè sospesa? Domanda banale, risposta scontata! Per i g i e n e ! Certamente, perchè quando Susanna, mia compagna di vita e di avventura, mi ordina di asportare gli zoccolini della nostra cucina, da noi progettatta e realizzata ben 18 anni fa, e di pulire e lavare il pavimento retro e sotto stante, mi cadono i cosiddetti, col rischio di racimolarli con scopino e paletta, insieme a tutto il resto. Reietti di ogni specie si sono permessi di soggiornare là sotto, gratuitamente e clandestinamente per mesi. Si obbietterà che anche in una cucina su piedini senza zoccolino si possono eliminare le suddette “zone franche”, ma non in maniera così pratica, costringendoci, oltre che a spazzare il pavimento di andare a togliere quei fastidiosi aloni che si formano su piedini o zoccolino. Scherzi a parte, abbiamo stimato, testandolo in studio, che per delle basi di cucina di profondità 60 cm, qui uso cm anzichè mm perchè è più convenzionale, un’ altezza da pavimento di cm 20 rendesse sufficientemente agevole la pulizia e non togliesse troppa capienza alle stesse basi. Tanto più che il top, ergonomicamente posizionato a cm 90h, ci ha consentito, comparandole con quelle standard, di non perdere neanche un millimetro. (Torneremo in seguito sulla capienza, o capacità con dati sorprendenti).
Pure Sospesa è strettamente legata a: Con emissione di luce.
Per mettere in risalto la sospensione, anche questa un’applicazione sperimentata, abbiamo installato delle luci con lampade fluorescenti di FormaeFunzioni, comodamente ancorate a clip sotto il nostro profilo lungo le pareti retrostanti; così da ottenere un’intensa irradiazione di luce e celandone la fonte. Pur in un piccolo ambiente, l’effetto ottico si è rivelato molto bello e efficace, soprattutto col resto della stanza al buio.
E passiamo a: Disimpegno integrato.
L’idea di inserire un’armadio disimpegno integrato a una cucina, soprattutto quando la cucina si trova accanto all’ingresso e l’appartamento ne è fisicamente sprovvisto, mi è piaciuta subito. Avevo già pensato ad un inserimento analogo, ma nel caso era corrispondente a un soggiorno. Nel caso specifico invece, dietro la porta d’ingresso dell’appartamento di Chiara e Stefano c’è la cucina. Così, ho pensato:- se installo una grande colonna, sempre “impiccata”, dal lato della cucina sarà una dispensa, da quello dell’ingresso, un armadio per deporre gli abiti in corso e quantaltro-.
Ed eccoci, in conclusione al punto più rilevante ( forse qualcuno ritiene che il più rilevante sia quello che non cè, cioè quello commerciale,…….ma quanto costa? per intenderci, affronteremo anche quello, in seguito e presto).
Punto: Altissima capacità.
Quando Chiara e Stefano sono venuti da noi, sottoponendoci il progetto della loro cucina, armati di piantina e tante speranze, io stesso non potevo immaginare di riuscire a trovare una soluzione che confortasse le loro aspettative soprattutto riguardo allo spazio. Era ed è tuttora veramente piccola. Quando se ne sono andati, dopo l’affermazione che io posso fare miracoli in fatto di spazio, mi sono sentito un tantino deluso, non me ne vogliano Chiara e Stefano. Certo, per la prima cucina MarcaClac, avrei desiderato cimentarmi con un ambiente più spazioso, più luminoso e +++non so che altro, immaginandomi quelle grandi cucine che troneggiano in uno di quei“minimalmente” sfararzosissimi show room, dietro, altrettanto grandi, vetrine così trasparenti da darti la sensazione di poter toccare il contenuto. Pazienza, non tutti i mali vengono per nuocere. C’è un limite. E quando c’è un limite la creatività MarcaClacSistema, mi si permetta, si scatena.
Partiamo dai seguenti dati oggettivi.
Il vano cucina in questione misura: A: cm. 254 – B: cm. 145,5 – C: cm. 162 – D: cm. 192, altezza cm. 270. La prima considerazione, anche osservando bene le foto delle piante, che più che una cucina si tratta in fondo di un angolo cottura. La conclusione immediata, di fronte a queste dimensioni, è stata quella che non avremmo mai potuto inserire anche un piccolo angolo pranzo. Stabilito ciò, consapevoli che gli arredi standard avrebbero semplicemente svolto una funzione puramente operativa, ma sarebbero stati largamente insufficienti per quella contenitiva, abbiamo indirizzato il nostro progetto proprio per sopperire a questa carenza. Grazie alla semplicità geometrica e alla duttilità MarcaClacSistema, possiamo affermare di esserci riusciti.
Voglio citare l’affermazione della mamma di Stefano quando ha visto e toccato con mano “QUASITUTTOAPORTATADIMANOsenza“: – La mia cucina è quasi quattro volte più grande, ma ci sta meno roba che qui.- Forse ha un pò esagerato, ma si sa, quando si vede qualcosa di strardinario, la tendenza è quella. Grazie alla sig.a Alba, mamma di Stefano.
Ma torniamo a noi per offrire ancora qualche dato molto interessante. “QUASITUTTOAPORTATADIMANOsenza” si sviluppa su una superfice aprox di mq 4,37 (cmq 4.370). Su questa superfice abbiamo ottenuto un volume nominale aprox di mc 5,612 (cmc 5.612.000) , e se togliamo un 5% per giungere al volume di capacità effettivo: mc 5,331 (cmc 5.331.000).
Mi si consenta una comparazione un pò bislacca. Una cucina, standard, costruita in modo tradizionale a moduli, altrettanto standard, non mi addentro per ora in altri particolari, ma assicuro fin d’ora che lo farò prestissimo, sviluppata su una parete di cm. 250 di lunghezza per un’altezza di cm. 210, con basi standard, pensili….e ancora standard….e ancora a moduli,….dimenticavo: colonne standard, ha un volume di capacità nominale di mc 2,190 (cmc 2.190.000), al quale, tra spazi inutilizzabili come sottozoccoli o piedini, cassetti e cassettoni poco profondi,doppi fianchi, ecc., bisogna togliere almeno il 15%, se ne ottiene uno effettivo di mc 1,861 (cmc 1.861.000).
Nei prossimi giorni approfondiremo meglio questi ultimi dati, e ancora, tutti i dati e le informazioni contenute in questo articolo, comparandoli, anche commercialmente con quelli dei cosiddetti competitors.
Se siete arrivati fino a qui: GRAZIE MILLE per l’interesse dimostratoci. (Sono le 20.10 del 26 aprile)
sergio cattaneo