In Falegnameria
Nel pomeriggio di oggi, venerdì 19 ottobre, mi trovavo nella falegnameria del carcere di Bollate.
Uscendo, alcuni dei detenuti che Anna Susanna ed io stiamo formando alla fabbricazione dei mobili su misura, naturalmente realizzati con scheletri MarcaClac, porgendomi la mano, mi rivolgono la domanda del titolo:
“Ciao Sergio, ci vediamo domani?”.
Mi è sembrato di avvertire che nel loro tono si celasse un sincero desiderio. Certamente dovrei considerare la mia impressione più razionalmente, visto il mio carattere emotivo e sensibile, ma mi piace pensare che non mi sia sbagliato.
Ieri, al termine delle canoniche ore di formazione, ci siamo raccolti attorno a un tavolo e come in una specie di seduta di psicolanalisi collettiva, ognuno di noi ha liberamente espresso la sua opinione riguardo al lavoro che stiamo svolgendo insieme. Ho cominciato io, esponendo i tantissimi ostacoli che ci separano dall’obbiettivo di una solida, proficua e stabile cooperazione. Ho espresso apertamente, come avevo già manifestato tempo fa, che gli intenti MarcaClac sono quelli di arrivare a produrre tutti i nostri mobili su misura presso la loro falegnameria, e provare a farne un modello di eccellenza.
Però, come in un’azienda moderna occorre essere in grado di fornire ai clienti quel grado di soddisfazione in più rispetto ai concorrenti (competitors, come si dice adesso). E’ vero che non abbiamo attrezzature di primordine, e neppure disponiamo di fondi per dotarcene, è vero che ci vuole del tempo per acquisire le necessarie capacità, e ancora è vero, che bisogna meglio organizzare tutto il lavoro, che mansioni e responsabilità vanno ben definite, ecc. ecc…
“Ma noi abbiamo MarcaClacSistema che ci aiuta tantissimo!”
La risposta è stata chiara e pressochè univoca. Uno dopo l’altro, con varie sfumature, ha dichiarato la sua completa disponibilità e il proprio impegno di responsabilità individuale e collettiva.
Concludendo, devo dire che dopo circa 40 anni di esperienza lavorativa, per la prima volta, ho avuto la lucida sensazione di trovarmi a collaborare con una vera squadra, un team, come si dice adesso. La sensazione che: “SII ce la possiamo fare!”.
Grazie ragazzi. Grazie Gianni, grazie Mario, grazie Costantino, grazie Giuseppe, grazie Massimo, grazie Franco. E infine grazie a Cooperativa ESTIA, a Michelina e Tania che gestiscono questo programma di reiserimento.